Anche quest’anno siamo stati a trovare i miei per Natale, al paese atomico.

Preso qualche giorno di ferie, siamo partiti la sera del 22 e onde evitare code, nebbia e soprattutto gelo sulla nostra strada, abbiamo fatto tappa a Prato. La mattina prima di partire alla ricerca della palletta, ma invano.. peccato!

Giunti a destinazione, la prima domanda una volta entrati in casa è stata, come da tradizione, “Volete mangiare?” e da lì è stato tutto un susseguirsi di pranzi e cene, le classiche Feste Natalizie con le gambe sotto al tavolo!

La cucina della mamma è sempre la cucina della mamma, e visto che mi vedono deperita, meglio approfittarne!

Prima del Pranzo di Natale abbiamo aperto i regali, tutti insieme, con i nonni, pacchi e pacchetti dappertutto, carta da regalo ovunque, un dieci minuti di delirio. Solo dopo, con calma, riesci a renderti conto di cosa hai ricevuto, se i regali sono stati apprezzati, se hai aperto tutti i pacchi..

C’è da preparare la tavola per il pranzo, ormai pronto.
Tradizionalmente il Piemonte è terra di antipasti, per cui quest’anno abbiamo deciso almeno di rinunciare al primo, per evitare di arrivare satolli già al secondo e non riuscire a goderselo nemmeno un po’. Al brasato non posso rinunciare!

Affettati, grissini, olive e sottaceti.. e le immancabili uova ripiene, ormai sdoganate dalla loro prerogativa di piatto Pasquale.

Le ho preparate di nuovo per il giorno di Capodanno, così:

Ho fatto lessare le uova (almeno due a testa), ancora cercando di capire perchè se ne cuoci una o due, si sgusciano che è una meraviglia (con il metodo cucchiaino), se ne cuoci un tot.. addio presentazione!

Una volta sgusciate, vanno tagliate a metà per il lato lungo (almeno questo l’ho capito..) e svuotate del tuorlo sodo, a cui va unito un po’ di aglio in polvere, un po’ di pasta di acciughe (o patè di olive per i vegetariani), un tot di panna necessaria a rendere un po’ meno pastoso il ripieno, un po’ di peperoncino in polvere, prezzemolo q.b.

Il tutto va tritato e mescolato fino ad ottenere una crema soda il giusto, con cui riempire gli albumi sodi,  e decorato a piacere.