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Archive for the ‘films’ Category

Dal titolo avevo immaginato un film alla “Supersize me”, si tratta anche in questo caso di un film di denuncia sull’industria alimentare made in U.S.A., ma vista dall’interno, non soltanto dalla parte del consumatore.

Esco dalla visione di questo film un tantino indignata, forse pure un po’ disgustata, non so se per le immagini a tratti un po’ crude o per l’argomento in sè.

Film poco adatto ad una vegetariana come mia sorella (anche se lei lo è diventata proprio per dare il suo piccolo contributo, per evitare certe pratiche che nel film sono trattate in modo piuttosto diretto).

Ancora meno consigliato agli stomachi deboli.

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  • About Elly

    Altra interessante esperienza cinematografica, questo film iraniano del regista Asghar Farhadi, vincitore dell’Orso d’Argento al Festival di Berlino nel 2009, e vincitore dell’Orso d’Oro due anni dopo, ovvero un mesetto fa con “Nader e Simin, una separazione” (da vedere non appena in una lingua potabile)

    A partire dai titoli di testa, in arabo, con la parole che si compongono ovviamente da destra verso sinistra.

    About Elly racconta di una gita al mare di tre coppie di Teheran, oltre ad un ragazzo emigrato in Germania e tornato in patria dopo il divorzio dalla moglie tedesca. A loro si aggiunge Elly, maestra d’asilo della figlia di una delle coppie. Scopo della gita è presentare Elly allo scapolo del gruppo, in cerca di moglie.

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  • Buried

    Tempo fa guardando Coming Soon ci aveva incuriosito il backstage del film “Buried”, del regista spagnolo Rodrigo Cortés.

    Per la realizzazione del film, girato con budget limitato, sono state costruite 7 diverse bare di legno, per le riprese dai vari lati. Le riprese sono durate.. 17 giorni!

    Pensavo che il film mi avrebbe messo ansia, per via della situazione un po’ claustrofobica, invece, una volta fatta l’abitudine a tutto quel buio.. si è rivelato un film interessante e molto bello.

    Il protagonista (e praticamente unico personaggio) è Paul Conroy, contractor in Irak per conto di una società americana, sepolto vivo in una bara, scopo la richiesta di un riscatto.

    Nella bara troverà alcuni oggetti che dovrebbero aiutarlo a salvarsi la vita: un accendino, una matita, un kit di lampade chimiche e un cellulare. E un serpente. Almeno si sono risparmiati la presenza di ragni.

    Qualche voce fuori campo, qualche attimo di un video sul cellulare in cui appaiono altre figure.

    Qualche polemica per le politiche di licenziamento delle aziende made in USA.

    Il finale è a sorpresa, ma forse nemmeno poi tanto.

    Il bello del film, a mio parere, non è tanto la storia, ma l’originalità delle riprese, la sensazione di impotenza e la speranza di poterne uscire, il bello di tutto quel buio.

    Unica pecca, a voler proprio fare i pignoli, la bara per le riprese dall’alto. In una di queste si fa notare un po’ troppo che la bara è alta, veramente alta, senza dare soltanto il senso della profondità. Ma solo a voler proprio fare i pignoli.

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  • L’eleganza del riccio

    Due anni fa la mia amica Margherita mi regalò questo libro, che ancora non conoscevo. Nella pagina iniziale mi scrisse che tutti abbiamo bisogno di un Monsieur Ozu che ci guardi con un occhio insospettito.

    In effetti sì, tutti ne abbiamo bisogno.

    “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery è un libro bellissimo, per la storia e per il modo in cui è scritto, sotto forma di doppio diario, alternando le pagine scritte da Paloma, 12 anni, bambina molto più sveglia della media, attenta osservatrice del mondo che la circonda, e molto diversa dagli altri componenti della sua famiglia, madre depressa che parla con le piante, padre politico, la sorella Colombe…

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  • Winter passing

    Ieri sera abbiamo provato a guardare un film in lingua originale, con i sottotitoli in inglese.
    Siamo appassionati da un po’ di Zooey Deschanel, la She di She & Him, attrice oltre che cantante.

    Purtroppo però la maggior parte dei film che ha girato, soprattutto in passato, non sono mai stati distribuiti in Italia e così tocca arrangiarsi.

    I minuti iniziali sono stati un po’ devianti: o segui le immagini o segui i sottotitoli, mentre aspetti di fare l’orecchio sia all’inglese, sia all’accento americano e a quella loro mania di mangiarsi le parole. Il film parte lento, il che non aiuta. Superato l’ostacolo, l’esperienza si fa divertente.

    Racconta la storia di Reese, ragazza newyorkese attrice di teatro e cameriera in un pub, ragazza apatica, figlia di due scrittori famosi.

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  • Fragole al supermarket

    Ieri sera, mentre stiravo, ci siamo riguardati un vecchio film già visto: “Jagoda, Fragole al Supermarket” ( regia di Dusan Milic, prodotto da Emir Kusturica).

    Data la mia proverbiale mancanza di memoria (non c’è fosforo che tenga), non ricordavo praticamente nulla del film, come mio solito. Poi però man mano che le scene si susseguivano, ho ricordato quasi tutto (forse un po’ di memoria, solo visiva, ancora c’è).

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