Tempo fa guardando Coming Soon ci aveva incuriosito il backstage del film “Buried”, del regista spagnolo Rodrigo Cortés.

Per la realizzazione del film, girato con budget limitato, sono state costruite 7 diverse bare di legno, per le riprese dai vari lati. Le riprese sono durate.. 17 giorni!

Pensavo che il film mi avrebbe messo ansia, per via della situazione un po’ claustrofobica, invece, una volta fatta l’abitudine a tutto quel buio.. si è rivelato un film interessante e molto bello.

Il protagonista (e praticamente unico personaggio) è Paul Conroy, contractor in Irak per conto di una società americana, sepolto vivo in una bara, scopo la richiesta di un riscatto.

Nella bara troverà alcuni oggetti che dovrebbero aiutarlo a salvarsi la vita: un accendino, una matita, un kit di lampade chimiche e un cellulare. E un serpente. Almeno si sono risparmiati la presenza di ragni.

Qualche voce fuori campo, qualche attimo di un video sul cellulare in cui appaiono altre figure.

Qualche polemica per le politiche di licenziamento delle aziende made in USA.

Il finale è a sorpresa, ma forse nemmeno poi tanto.

Il bello del film, a mio parere, non è tanto la storia, ma l’originalità delle riprese, la sensazione di impotenza e la speranza di poterne uscire, il bello di tutto quel buio.

Unica pecca, a voler proprio fare i pignoli, la bara per le riprese dall’alto. In una di queste si fa notare un po’ troppo che la bara è alta, veramente alta, senza dare soltanto il senso della profondità. Ma solo a voler proprio fare i pignoli.