Due anni fa la mia amica Margherita mi regalò questo libro, che ancora non conoscevo. Nella pagina iniziale mi scrisse che tutti abbiamo bisogno di un Monsieur Ozu che ci guardi con un occhio insospettito.

In effetti sì, tutti ne abbiamo bisogno.

“L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery è un libro bellissimo, per la storia e per il modo in cui è scritto, sotto forma di doppio diario, alternando le pagine scritte da Paloma, 12 anni, bambina molto più sveglia della media, attenta osservatrice del mondo che la circonda, e molto diversa dagli altri componenti della sua famiglia, madre depressa che parla con le piante, padre politico, la sorella Colombe…

…e quelle di Renée, la portinaia del palazzo dove vivono, al n. 7 di Rue de Grenelle, Paris, una serie di ricchi condomini a cui deve nascondere la sua vera natura, per non sconvolgere la loro idea di “portinaia”.. che cosa direbbero se sapessero che legge Tolstoj?

L’incontro tra le due e l’avvento di Monsieur Ozu appassionato di cinema giapponese come Renée, sconvolge le loro vite, al punto che la bambina rinuncerà ai suoi buffi propositi rivoluzionari e Renée potrà essere se stessa.

Mi appassiono alla storia, immaginando i luoghi, i visi, ipotizzando un finale diverso (così da dimenticarmi quello realmente scritto nel libro, visto che non mi piace, come epilogo..), uno di quei libri che vorresti non finissero, vorresti continuare a leggere delle loro vicende, le storie dei protagonisti. Assaporo con la fantasia i biscotti preparati da Manuela l’amica portoghese di Renée, sento le fusa del gatto Lev, immagino lo sciacquone musicale…

Poi un giorno un simpatico signore francese della Pathé si presenta dove lavoro con una cassetta da proiettare, un film che stanno vendendo in Italia. Come al solito mi tocca chiacchierare con i clienti di turno nelle lingue più disparate (ormai è diventata una piacevole abitudine, cosa che solo qualche anno fa sarebbe stata impensabile!), in questo caso in un misto di EnglishFrançais…

Si prova la cassetta in sala, per vedere se funziona e.. parte il film, nero, appare in faccione di una bambina dai riccioli biondi, occhialini tondi e sottili, che riprende con una telecamera.. “Je m’appelle Paloma, j’ai 12 ans et le jour de mon prochain anniversaire je me suiciderai..” Oddio che mi venga un colpo! E’ proprio lei, la bambina del libro, è Paloma, e il film è il nuovissimo L’Hérisson!

E così poi il film, una volta uscito in Italia, l’ho anche visto, e mi è piaciuto.. certo il libro è il libro, però anche il film non è male.

L’espediente della telecamera, necessario per poter riportare il diario racconto, stravolge a tratti la storia. Il film non poteva durare ore e ore, avranno pur dovuto abbandonare parte del racconto, le descrizioni dei condomini per me più curiosi..

Peccato solo che non abbiano scelto di cambiare il finale, è tornato a sorprendermi e ci sono rimasta male un’altra volta.