Proprio come diceva Homer Simpson in un famoso episodio della serie, abbiamo guardato tanta tivì e poi siamo diventati tivì anche noi.

Dopo la faccenda dell’apocalittico viaggio in treno, siamo stati contattati da alcune testate, tra cui ilcorriere.it, e da uno degli autori del programma In mezz’ora, sì quello con Lucia Annunziata, e siamo stati invitati a partecipare alla trasmissione, la domenica stessa.


Presi gli accordi logistici, ci sono venuti a prendere, quasi fino a casa, sfidando le ancora pessime condizioni stradali, destinazione via Teulada.
Sulla Cassia, scene da un bombardamento: alberi caduti ovunque (se lo dice il sindaco che i pini romani non sono abituati alla neve, è una ragione botanica..), macchine con alberi appoggiati poco delicatamente sul cofano, sui parabrezza, gente che cammina per strada senza una meta e marciapiedi ridotti a cumuli di neve (e alberi).
Alla fine, arriviamo. Alla portineria ci preparano i pass, si pranza alla mensa Rai (una distesa di cosce di pollo alla diavola), ci si presenta ai vari addetti ai lavori, ci accompagnano ai camerini.
E qui viene la nota dolente, l’unica. Ognuno di noi si sarà fatto una propria idea di cosa sia un camerino. Non mi aspettavo certo una sala delle dive, una camera lussuosa, una stanza.. mi aspettavo, credevo, che il camerino fosse una semplice stanza, normale, pulita, gradevole. Tutto ciò che c’era della mia idea di camerino, in quello sgabuzzino, era lo specchio gigante.
Poi siamo stati in sala regia. Bellissimo, tutti quei monitor, da far girare la testa. Tutti quei cavi, il video non parte, è servito l’intervento di uno che ne sa e il video si vedeva, e si sentiva, finalmente!
Si torna in camerino sgabuzzino, veloce trucco e parrucco per evitare quel lucido sulla fronte che tanto stona in televisione.. e finalmente appare Lucia Annunziata, felice di esserci presentate, di persona è meno rasposa.
Ci accompagnano in studio, ci sediamo sui nostri sgabelli dai quali dovremmo guardare solo verso la telecamera che abbiamo davanti, non verso il grande tavolo a cui sono seduti la conduttrice e Gabrielli, alla nostra sinistra. Difficilissimo!
Telefona Alemanno, sì quello della faccenda degli alberi e dei mm di neve, attacca, si difende, ma più che altro attacca. Gabrielli, più che altro, fa spallucce.
Alla fine arriva il nostro momento, e del pendolare di Cesena.
Io in tivì sono rigidissima. Non parlo, parla Angelo, diciamo le cose come stanno, in treno, quella sera ci siamo sentiti abbandonati da un sistema Trenitalia decisamente inadeguato, inesistente.
In tivì però mi sono divertita. Da casa, tutto sembra più grande, tutto così diverso. Vedere di persona quegli spazi, quella tecnologia è stato interessante.
Beh, poi ci hanno contattati anche dalla redazione di un famoso programma della domenica, la settimana successiva. La seconda ondata di neve ha poi modificato i piani, quindi ciccia. Comunque, una cosa è parlare con la Annunziata, un’altra sarebbe stata avere davanti Giletti..

Ecco il video della puntata di In mezz’ora di quella domenica:

http://www.inmezzora.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-8e66cdc4-fb55-45f9-96c4-d3810ad3dd35.html?refresh_ce