Sveglia alle sei e mezza, fuori piove ma le mie imprecazioni valgono ancora qualcosa, e smette prontamente!

Mi preparo, smonto coperte e lenzuola dal letto, chiudo l’ultima scatola (stavolta davvero l’ultima) e attendo i traslocatori.

Arrivano pure prima del previsto, in quattro ore, quasi cinque etichettano, smontano e caricano casa sul camion, ad una velocità che fa impressione.

Fuori per fortuna c’è il sole.

La casa vuota invece non mi impressiona, è un sollievo vederla di nuovo come l’avevo conosciuta, a settembre 2008. Tutte quelle scatole e i mobili nel pluriboll cominciavano a darmi ai nervi.

Il camion parte con tutte le nostre cose, chiamo l’Enel per disdire l’ultima utenza, saluto e chiudo la casa, passo a consegnare le chiavi, e via di corsa a prendere per l’ultima volta il trenino verso Valle Aurelia. Per mantenere le buone abitudini, arriva in ritardo. Di certo questo treno non è tra le cose che mi mancheranno di Roma.

Riprende a piovere.

Termini, pranzo e treno in direzione Milano. Dormo profondamente per i primi quaranta minuti, svegliata dal sms di un’amica che chiede se sono ancora di qua o già di là. Mangio, leggo e arrivo a destinazione, mi stupisco perché ancora non sono in Svizzera e già le macchine si fermano per farmi attraversare, sulle strisce.

Angelo mi passa a prendere al Pirellone, terra rossocrociata arriviamo!

Passata la dogana, cambia il font dei cartelli stradali, ecco la prima differenza.

La nuova casa, ad un primo veloce sguardo mi sembra grande e luminosa. E per il momento semivuota.

La Ceci mi fa le feste, non ci vedevamo da dieci giorni! Una pappagallina riesce a fare più feste di un gatto!

Stasera si cena al Birrificio di Bioggio, non so come ci siamo arrivati, è buio e ho visto solo montagne e laghi e strade buie. Cena “tipica ticinese”: moules & frites.