Se c’è una cosa che non si può non notare soggiornando in the iuesei, sono le corsie dei supermercati.
Le noti perchè si fanno notare, ci tengono a farsi notare.


Non è solo la novità a sorprendere, non solo i prodotti che non siamo abituati a trovare in Italia, e che mi incuriosiscono sempre molto.
In America è tutto enorme, le strade, le macchine, le distanze, le porzioni al ristorante, le bibite.. ma nelle corsie dei supermercati le proporzioni sono decisamente eccessive.
Pacchi di zucchero da 4,5 kg, cetriolini sott’aceto grandi come zucche, collutori da litri e litri, mica soltanto le taniche di latte e succhi di frutta che siamo abituati a vedere nelle serie tv d’oltreoceano.
Il colluttorio, e il dentifricio per giganti, son state le cose che mi hanno colpita di più e mi son chiesta.. ma quante volte al giorno si lavano i denti questi americani? Quanto tempo può durare un colluttorio grande così? Che bocche grandi hanno?
E le confezioni di carne al banco frigo.. parliamone. Quanta carne consumano in media per avere confezioni formato mensa aziendale così grandi?
E a quanti poveri polli hanno fritto le ali? Per ogni confezione di chicken wings precotte e congelate viene sterminata un quarto della popolazione avicola del nordamerica..

La seconda evidente caratteristica degli americani è la loro passione per il fritto.

Friggono tutto, qualsiasi cosa sia commestibile (e non solo, visto che Homer Simpson fa friggere pure la sua camicia! vedi S11E13 e S15E10).

L’esempio più lampante a Cocoa Beach, ristorante thailandese-giapponese Siam Orchid, da fuori non gli avremmo dato alcuna possibilità, però Tripadvisor dice che è uno dei migliori in tutto in Nord America (altra caratteristica degli autoctoni è questa tendenza a sottolineare che qualcosa è la meglio di tutta la Florida, tutta l’America, tutta la superficie terracquea..)
Cameriere simpatico e sempre sorridente, prendiamo una barca da due, un’apoteosi di sushi e sashimi misto, c’era pure il tonno bianco, mai provato prima, immaginate un pesce che sa di latte.. tante alghe wakame e lì, a poppa, quattro cosi fritti, su di una barca di sushi..
Si sono poi rivelati essere quattro Philadelphia rolls impanati e fritti, una delizia del palato che un po’ sorprende e tanto piace.
Questi Americani son riusciti a friggere pure il sushi!
Sarà stata anche colpa della Asahi, ma ho trovato l’idea geniale!
Orlando, Miller’s Ale House, è la nostra ultima cena in Florida, avevo anche deciso di stare leggera (abbiamo provato pure la vera Jambalaya), o per lo meno di evitare esagerazioni, dopo tutto questo fastfoodare delle ultime settimane, dopo il tempura misto della sera prima, opto per un Seafood Combo, un bel po’ di pesce che male mi farà?
Arriva la cameriera con un meraviglioso piatto di pesce.
Tanti tipi di pesce.
Tutti fritti.
Contorno ricco, di patatine, fritte.
Ecco cosa succede a leggere i menu con superficialità.
Però.. che buono!!