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il blog succulento

Genestrerio, giorno 2: il bucato.

Qui in Svizzera il bucato settimanale è uno sport nazionale, secondo solo alle grigliate estive, credo.

Il venerdì è il giorno che ci è stato assegnato dal condominio (da capire se poi sarà a rotazione nel corso dell’anno) così oggi mi cimento in questa novità, immedesimandomi nello spirito locale.

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Sveglia presto, in Ticino c’è il sole e fa caldo.
La casa è grande e luminosa, anche stamattina.
Qualche pulizia, il salone non è solo grande, è gigante.

Si aspetta il camion con le nostre cose.

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Sveglia alle sei e mezza, fuori piove ma le mie imprecazioni valgono ancora qualcosa, e smette prontamente!

Mi preparo, smonto coperte e lenzuola dal letto, chiudo l’ultima scatola (stavolta davvero l’ultima) e attendo i traslocatori.

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Scatole e valigie dovrebbero già essere ormai quasi pronte, ma mi sembra di impiegarci una vita a sistemare le ultime cose.

Sembra che l’ultimo giorno gli oggetti si divertano ad uscire dalle scatole e riproporsi, per essere reimballati e reinscatolati.

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Modernità

Stamattina ho ascoltato in radio la pubblicità di uno di questi aggeggi moderni, un segnalatore di autovelox.

La voce, femminile e rassicurante, ci racconta che l’oggetto da installare in auto segnala la presenza di tutti ma proprio tutti gli autovelox, in tempo reale, anche i più nascosti.

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Anche noi siamo diventati tivì

Proprio come diceva Homer Simpson in un famoso episodio della serie, abbiamo guardato tanta tivì e poi siamo diventati tivì anche noi.

Dopo la faccenda dell’apocalittico viaggio in treno, siamo stati contattati da alcune testate, tra cui ilcorriere.it, e da uno degli autori del programma In mezz’ora, sì quello con Lucia Annunziata, e siamo stati invitati a partecipare alla trasmissione, la domenica stessa.

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Allenare la pazienza

Ovvero: la neve, Trenitalia e la caldaia.

Una dovrebbe esserci allenata, alla pazienza. Basta lavorare in una città come Roma (che di suo ce la mette tutta, tra auto parcheggiate alla come capita e in particolare sulle strisce pedonali, mai riconosciute se si cerca di attraversare, la lingua italiana abbandonata a se stessa ed una cortesia che proprio non le riesce).

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All gigantic! All deep fried!

Se c’è una cosa che non si può non notare soggiornando in the iuesei, sono le corsie dei supermercati.
Le noti perchè si fanno notare, ci tengono a farsi notare.

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Visa (pensavo peggio)

La procedura di ingresso negli USA mi ha sempre preoccupato, da quando anni fa avevamo deciso di fare un viaggio a New York e incontrando sulla nostra strada l’ipotesi della richiesta del visto al Consolato.

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Organizzare il proprio matrimonio non dev’essere una cosa semplice per nessuna futura sposa, figuriamoci per una come me che ha difficoltà con la lista della spesa.
Erano già passati parecchi mesi dalla proposta quando mi son resa conto che il tempo era agli sgoccioli e oddio oddio era quasi agosto e le uniche cose già decise erano luogo e data.. ovvero Oncino il 9-10-11.

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